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Che cosa offrono le città oggi, e in particolare Genova, alla popolazione anziana che in così larga misura le compone? Quali archetipi culturali si celano dietro il modo stesso di concepire l'invecchiamento e i ruoli a esso associati? Qual è la ricaduta nella quotidianità degli anziani, spesso vittime del pauperismo, dell'isolamento relazionale, dei rischi di raggiro o delle barriere architettoniche? Quali strategie sono messe in atto da parte loro in una società in cui sembrano prevalere riflessività individuale e relazioni liquide e frammentarie? Dietro tali strategie si può cogliere l'emersione di un protagonismo sempre più attivo da parte della terza e della quarta età? Il volume esplora possibili risposte osservando il caso genovese e, in particolare, analizzando i risultati di un'indagine empirica nel contesto metropolitano della Val Polcevera, territorio di profonda memoria e di significativo mutamento, un tempo importante teatro di cultura operaia in cui gli elementi del radicamento storico e culturale si alternano con le condizioni tipiche di una periferia metropolitana deindustrializzata e postmoderna. A Genova, come in buona parte delle società avanzate, è tempo di superare le retoriche ancorate al costo sociale degli anziani in termini di welfare e assistenza sociosanitaria.